Tutto il merito va a Giovanni Battista Giorgini, per gli amici ‘Bista’, un elegante signore che dirigeva a Firenze un ufficio di commercio con l’estero. Fino a quel momento per la moda si guardava alla Francia, a Parigi. Ma lui intuì che le cose potevano cambiare e già nell’inverno del 1951 organizzò nella sala da ballo della sua casa, Villa Torrigiani in via dei Serragli, la prima sfilata di moda che l’Italia ricordi. In passerella le migliore sartorie del nostro paese: Carosa, Fabiani, Simonetta, Schuberth, Fontana, Veneziani, Noberasco, Marucelli, Emilio Pucci e Gallotti. Fu un successo che scosse la lobby d’Oltralpe.

E Bista sferrò impaziente un secondo attacco: nel luglio 1952, sempre per idea di Giorgini le sfilate furono spostate nella sontuosa Sala Bianca di Palazzo Pitti, così chiamata per gli stucchi candidi di gusto neoclassico e oggi inserita nel circuito museale della Galleria Palatina. Giorgini ne diresse l’organizzazione fino al 1965, contribuendo al successo di quello che ormai era il made in Italy.

Il più illustre sarto scoperto da Giorgini è sicuramente Capucci ma non certo l’unico. Molte sartorie, in alcuni casi già avviate, devono il loro decisivo salto di qualità, la conquista di nuovi mercati, al fatto di essere state invitate a sfilare in Sala Bianca: Sarli, Galitzine, Lancetti, Balestra, Krizia, Valentino e altri ancora ebbero a Firenze il loro decisivo lancio internazionale.

Le nuove firme venivano presentate a volte con formule particolari, in un abbinamento giovani/veterani della Sala Bianca, oppure con una giornata a loro espressamente dedicata. Una moda divertente, raffinata dove artigianato, tessuti ricercati e stile si rintracciavano senza soluzione di continuità, con prezzi interessanti anche per il mercato mondiale e un sistema di distribuzione efficace e veloce: fantasia e conoscenza del settore sono questi i segreti del successo di Giorgini e del made in Italy che quest’anno compie 70 anni.

(ph. @Archivio Giorgini)