VILLA LA PETRAIA E IL GIARDINO DELLA VILLA DI CASTELLO
Queste due maestose ville alle pendici di Monte Morello distano solo 500 metri l’una dall’altra. Villa La Petraia, oltre ai Medici, ha visto susseguirsi famiglie come i Lorena e i Savoia. Fu però per la villa di Castello, oggi sede dell’Accademia della Crusca, che Botticelli dipinse i suoi più grandi capolavori conservati agli Uffizi, La Venere e La Primavera. Della dimora è visitabile il magnifico giardino, prototipo dello stile cinquecentesco a cui lavorò anche Tribolo, architetto dei Giardini di Boboli.
(ph. Ottavia Poli)
GIARDINO MEDICEO DI PRATOLINO
Altro bellissimo parco mediceo che si estende per 20 ettari, con il famoso Colosso dell’Appennino, incredibile opera del Giambologna.
VILLA DI POGGIO A CAIANO
Bellissimo esempio di architettura rinascimentale progettata da Giuliano da Sangallo per il grande Lorenzo il Magnifico, che però non vide mai la fine dei lavori, terminati intorno al 1525. Nei secoli fu cornice di matrimoni storici – come quelli tra Alessandro de’ Medici e Margherita d’Austria e Cosimo I ed Eleonora da Toledo – e dimora dei Lorena e di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte. Nella maestosa Sala di Leone X si conserva l’importante ciclo di affreschi di Pontormo, Andrea del Sarto, Franciabigio e Alessandro Allori.
(ph. Ottavia Poli)
VILLA DI ARTIMINO
È del Buontalenti il progetto della villa detta “La Ferdinanda”, perché la favorita di Ferdinando I, o “villa dei Cento Camini”, anche se i fitti comignoli che si vedono sul tetto, seppur molti, non arrivano a cento. Il parco era l’intero Barco Reale, ai tempi ampia riserva di caccia, che nel 1626 venne cinta da un muro lungo 32 miglia di cui sono ancora visibili alcuni resti e una porta. La villa è oggi nel cuore di una tenuta che è anche azienda vitivinicola.
(ph. Artimino Spa)
VILLA DI CERRETO GUIDI
Meno nota ma molto affascinante, la villa di Cerreto Guidi, imponente struttura con sistema di rampe d’accesso “a scalera”, nasce con Ferdinando II come luogo di presidio per le attività di caccia e di pesca. All’interno, opere d’arte, ritratti medicei, sculture e arredi, tra cui pezzi del collezionista Stefano Bardini, dell’omonimo museo fiorentino.
(ph. Ottavia Poli)